Sanità, i laboratori privati sospendono (per ora) l’agitazione
CATANZARO. Le strutture ambulatoriali private accreditate, aderenti ad Anisap e Federlab, hanno sospeso “temporaneamente” la decisione di interrompere l’attività e di erogare prestazioni soltanto a pagamento, decisione adottata nelle scorse settimane in segno di protesta contro i decreti 72 e 87/2018 del commissario ad acta della sanità calabrese, Massimo Scura. È quanto hanno stabilito le stesse strutture al termine di un’assemblea convocata da Anisap e Federlab per esaminare una recente ordinanza del Tar di Catanzaro. Secondo quanto scrivono, in una nota congiunta, il presidente di Anisap Calabria, Edoardo Macino, e la vicepresidente nazionale di Federlab, Alessia Bauleo, il Tar ha riconosciuto “lo spostamento di prestazioni sanitarie attuato dal commissario Scura da un setting assistenziale (case di cura) a un altro (ambulatorialità) senza il contemporaneo spostamento delle corrispondenti risorse economiche, causando con ciò un danno di 23 milioni di euro ai laboratori” e – proseguono Macino e Bauleo – sempre il Tar ha chiesto al commissario “di fornire entro trenta giorni una dettagliata relazione sull’istruttoria seguita, sulla tutela dei Lea e sul soddisfacimento dell’utenza, quando sono sotto gli occhi di tutti i disagi dei cittadini, le lunghe liste di attesa”. Secondo i rappresentanti di Anisap e Federlab inoltre “l’affermazione del Tar riguardo agli eventuali contratti (rapporti giuridici) che le strutture dovessero firmare, i quali, come espressamente scrive il Tar, dovranno recepire gli effetti di un eventuale accoglimento del merito, invalida la clausola vessatoria. Nel caso di esito positivo nell’udienza del 25 settembre, quegli stessi contratti potrebbero diventare carta straccia e salvaguardare, così, i diritti delle strutture private accreditate”. In virtù di questa situazione Anisap e Federlab – aggiunge la nota a firma Macino e Bauleo – hanno “deciso di riprendere temporaneamente l’attività fino alla sentenza del merito per ridurre i disagi dei cittadini che in questo mese di sospensione dell’attività sono stati costretti a lunghe file, a pagare di tasca propria prestazioni sanitarie di cui avevano diritto a causa della insufficienza se non addirittura della mancanza di servizi offerti dalle strutture sanitarie pubbliche direttamente gestite. Questa decisione viene assunta – spiegano le sigle che rappresentano le strutture ambulatoriali private – in quanto fiduciosi che la giustizia riconoscerà che le risorse sono state ingiustamente sottratte al settore e quindi ai cittadini e pertanto ripristinerà la corretta distribuzione delle risorse”. In conclusione, comunque, Anisap e Federlab osservano “Restiamo in stato di agitazione, e seguiremo e valuteremo nel merito quanto il governo centrale deciderà in merito alla rimozione di Scura e alla specifica vicenda che colpisce in modo drammatico un settore essenziale per garantire la prevenzione ai cittadini; Saremo pronti ad interfacciarsi immediatamente e costantemente con tutti i nuovi eventuali esponenti tecnici, a cui richiederemo l’annullamento tempestivo dei decreti 72 e 87”.